Il progetto “Innovazione, internazionalizzazione e inclusione per l’Università” prevede 4 macro-obiettivi fondamentali:

  • costruire un quadro teoretico e storico che permetta di cogliere il senso e il ruolo della formazione nella società attuale e di ripensare al ruolo e alla funzione dell’Università nel XXI secolo a partire da un esame della realtà socio-culturale attuale (extra-universitaria) sincronico e diacronico. Il punto di partenza è la società industriale del secondo dopoguerra, per poi passare alla critica segnata dal post-modernismo e arrivare alla situazione attuale;
  • ripensare i processi di concettualizzazione anche in base ai contributi delle ricerche in ambito neuro-scientifico e, soprattutto, tradurre in modo non deterministico le medesime ricerche in termini efficaci e generativi per l’ambito pedagogico e formativo. In particolare, si ritiene che il “mondo” (nell’accezione di Luhmann) del 4.0 stia modificando le modalità di analisi ed elaborazione della realtà per effetto del rapporto col digitale. Tale riflessione deve essere interdisciplinare e diacronica, in modo da comprendere la relazione tra i modelli di concettualizzazione e la realtà socio-culturale-produttiva esterna;
  • ripensare la relazione attività-conoscenza recuperando i contributi che caratterizzano la storia della pedagogia, da Dewey in poi, per comprenderne le costanti e le diversità, per poi analizzare come incidano nella formazione i processi di alternanza e cosa significhi, oggi, “pratica professionale”;
  • ripensare la relazione personalizzazione-inclusione. Un’università che si ponga l’obiettivo di formare almeno il 40% delle nuove generazioni deve elaborare proposte personalizzate adatte alle specificità e alla valorizzazione di tutti e di ciascuno. Il termine “inclusione” non è da concepirsi, pertanto, come riferito solo a specifici studenti (da quelli con disabilità ai cosiddetti eccellenti), ma attento alla peculiarità di ogni studente, nella certezza che solo una valorizzazione delle risorse dei singoli permetta un avanzamento del sistema. Contemporaneamente, un percorso interamente individualizzato per ciascuno studente farebbe perdere il valore aggiunto della produzione sociale della conoscenza. Da qui, l’inclusione si tratteggia come un percorso che sappia connettere traiettorie differenti.

I macro-obiettivi sono declinati nei seguenti obiettivi di ricerca:

  • elaborare un’analisi diacronica del rapporto Università-Industria, che permetta di cogliere come si sia reificato, nel passato, tale rapporto, per comprenderne il ruolo strutturato e strutturante;
  • costruire un’analisi anche diacronica della relazione teoria-prassi così come essa si è sviluppata negli ultimi due secoli per capire come ripensare i processi di concettualizzazione in un’ottica embodied e coerente con i più recenti assunti delle neuroscienze e dei saperi pedagogici;
  • sperimentare i modelli didattici e i percorsi storici ed educativi innovativi oggi suggeriti dalla ricerca internazionale sul tema della didattica universitaria e della didattica professionale;
  • individuare, sperimentare e formalizzare modelli didattici che sappiano far dialogare personalizzazione e inclusione;
  • progettare, realizzare e sperimentare dispositivi tecnologici che facilitino i processi di aggregazione, condivisione, sintesi e produzione.

Obiettivi operativi nell’arco del quinquennio di progetto per il Dipartimento:

  1. aumentare la produzione scientifica a livello quali-quantitativo:
    – definire criteri e metodi per la valutazione dell’impatto di modelli di intervento pedagogici sulla didattica universitaria e condividerli con la comunità scientifica nazionale e internazionale;
    – proporre call sul tema di ricerca nelle riviste dei Centri;
    – aumentare il ranking delle medesime riviste;
    – aumentare il numero delle produzioni scientifiche dei docenti in ISI e SCOPUS;
    – aumentare il numero di produzioni scientifiche realizzate in collaborazione con ricercatori stranieri;
    – aumentare il livello di impatto citazionale, tenendo conto che l’ambito pedagogico e l’Area 11a non sono valutate con criteri bibliometrici;
  2.  rafforzare le reti nazionali e internazionali, anche attraendo studenti eccellenti e ricercatori stranieri:
    – organizzare settimane di eccellenza, ovvero eventi seminariali e laboratoriali che permettano di favorire processi di condivisione della ricerca con esperti internazionali e con i visiting professor/scholar;
    – costruire una banca dati di materiali di ricerca e risorse informative prodotte dal progetto e da altre banche dati universitarie;
    – aumentare la presenza di visiting professor/scholar;
    – aumentare il numero di borse di dottorato co-finanziate dalle imprese;
    – favorire il rafforzamento di una rete tra le Università italiane che stanno indagando la medesima tematica;
    – realizzare seminari e congressi pure in connessione a progetti internazionali;
    – organizzare sessioni specifiche in seno a convegni internazionali;
  3.  rendere disponibili nuove risorse per la ricerca:
    – raccogliere e organizzare materiali bibliografici e strumentali, che permettano di documentare i processi in atto nel loro sviluppo diacronico;
    – realizzare e attrezzare laboratori per sperimentare gli aspetti relativi alla didattica universitaria, all’analisi dei processi di concettualizzazione e ai problemi connessi all’inclusione;
    – elaborare materiali per la formazione dei docenti, anche in rete, condividendoli con altre Università;
    – progettare, realizzare e sperimentare artefatti digitali a supporto della personalizzazione e dell’inclusione;
    – progettare, realizzare e sperimentare artefatti digitali in supporto alla valutazione e al monitoraggio della qualità della didattica universitaria a partire anche dall’implementazione di nuove funzioni nel cruscotto gestionale universitario già esistente.